Quel che resta della Storia

Apr 25, 2013 DBPensiero 0 886 Views

 

Lucio Fontana

Lucio Fontana

ll vantaggio di un fatto, è che quando diventa storia e si diluisce nel tempo riesci a valutarlo con ragionevolezza e meditazione. Ecco, valutazione e meditazione, credo che siano due modalità imprescindibili per approcciare senza pregiudizi una pagina importante per la nostra storia di donne ed uomini di oggi.

Mettendomi in retrospettiva non riesco a vedere altro che uomini morti ammazzati. Riesco a percepire quali possano essere stati i sentimenti che hanno agitato gli animi di quelle donne e quegli uomini, in un’Italia così diversa da quella di oggi. Se c’è stato un prevaricatore, la dittatura, allora c’è stata anche una vittima, la libertà,  e la ragione e il cuore ci portano a giustificare qualsiasi scelleratezza in nome di una battaglia giusta. E’ stato giusto combattere, era nella logica delle cose uccidere, era giusto perchè ci hanno sempre raccontato nelle favole che il paladino combatte le ingiustizie

Ma oggi, a più di sessant’anni di distanza, con i nostri sensi appannati da un ripiegamento eccessivo su noi stessi,  ricordiamo esattamente cosa stiamo celebrando?
Cosa è cambiato da quei giorni di sanguinosi conflitti?   
Cosa abbiamo imparato da quelle lotte e da quelle morti?   
E dalla guerra che allora fu concordamente rifiutata?  Cosa è rimasto di quell’anelito celebrato come durevole conquista di libertà e di nuova speranza di convivenza civile?

Se solo avesse un senso ricordare. Se solo avesse un senso.

Noi non eravamo lì, non avevamo il fucile a tracolla né la tessera con i bollini per fare spesa, non pativamo la fame né le torture all’olio di ricino, non eravamo costretti a ripudiare le nostre idee nè da una parte, né dall’altra.

Siamo qui oggi, figli di quella pagina di storia, liberi di scegliere o di non scegliere, viziati, egoisti, barricati dietro la liquidità di un tempo che scorre sempre più veloce e modifica, trasforma, rinnova, annulla, reinventa tutto ciò che trova.

Come tutti i figli abbiamo ricevuto un’eredità che va difesa con le azioni, non solo con le parole o con le bandiere e come la maggior parte dei figli dissennati ne facciamo un mal’uso.

Ma quelle azioni? Quali azioni?

Mi crogiolo nella retorica oggi, ma mi va di pensarla così, senza etichettare un’appartenenza politica, senza pregiudizi da una parte o dall’altra, mi va di vedere la Resistenza per quella che ritengo sia effettivamente stata: una conquista di pace per una possibile convivenza civile… di cui oggi non sappiamo più fare uso …

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