L’inchiesta: SU VALLE DEL SACCO NECESSARIA CABINA DI REGIA INTERASSESSORILE

Gen 23, 2016 dbnews, Sostenibilità, Valle del sacco 0 836 Views

 

 

Ci sono temi che abbiamo messo sul tavolo in questi anni e da cui dipende lo sviluppo e la crescita di molti. Io credo che la nomina di Mauro Buschini ad Assessore deve rappresentare un valore aggiunto proprio per provare ad accelerare un percorso avviato. Tra le sue deleghe quella all’ambiente e il primo tema che mi viene in mente è l’emergenza Valle del Sacco.
Appena arrivati in Consiglio, nel 2013, avevamo già costruito  in maniera partecipata un dossier dettagliato su cosa fare, quali passi compiere e soprattutto come ridare uno slancio anche economico all’intera Valle.  Come coordinatrice del Tavolo sulla Valle del Sacco all’interno dell’VIII Commissione Consiliare ho costruito un raccordo tra amministrazioni locali, associazioni di categoria, comitati di cittadini ordini professionali. Tutti concordavano sul fatto che negli anni ci fosse stata grande confusione, azioni scoordinate e senza una visione complessiva, continui conflitti e una generale assenza di ascolto del territorio.
Ho sempre sostenuto che il tema Valle del Sacco consta di due aspetti: il primo attiene al tema della bonifica, che da anni aspetta un coordinamento chiaro trasparente e soprattutto risolutivo. L’altro legato al tema secondo me più rilevante: il cambio di paradigma e la valorizzazione di un’intera porzione geografica che deve aprirsi ad un nuovo modello di sviluppo. Un’area che può trovare il proprio rilancio attraverso azioni di sistema coordinando agricoltura, innovazione sociale, cultura e attività produttive.

 

Ecco, per fare questo, come più volte auspicato, basterebbe l’avvio della Cabina di Regia dedicata alla Valle del Sacco in cui fossero coinvolti gli Assessorati regionali all’Ambiente, allo Sviluppo e all’Agricoltura. Una cabina in grado di coordinare azioni che facciano leva anche sulle risorse della programmazione europea.

In questi primi anni di lavoro siamo riusciti a raggiungere i primi obiettivi: evitare il declassamento del Sin Valle del Sacco vincendo il ricorso contro la decisione dell’allora Ministro Clini, inserire la bonifica della Valle tra le 45 azioni cardine della nuova programmazione UE 2014-2020 e ridefinire la perimetrazione dello stesso SIN in collaborazione con il Ministero. In particolare per questa azione il territorio è stato protagonista, con una Conferenza dei servizi che ha coinvolto associazioni e amministrazioni locali. Il 15 dicembre scorso si è chiusa questa fase, ed entro poche settimane avremo il Decreto che ridefinisce i confini del Sin sulla Valle. Dopo oltre 10 anni dallo scoppio dell’emergenza  non sapevamo ancora quali fossero le aree davvero danneggiate su cui intervenire. Un fatto figlio di troppe deresponsabilizzazioni e di una visione parcellizzata.
Con il nuovo SIN finalmente, dopo anni dallo scoppio dell’emergenza,  saranno delimitate le aree dove è prioritario intervenire, focalizzando le azioni solo su zone realmente compromesse.

 

L’orizzonte però non può fermarsi alla sola bonifica, ma spingersi al di là del risanamento ambientale per fare della Valle del Sacco  una terra fertile  per lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita delle persone. Non parliamo di ponticelli o boschi di pioppi, ma di ridisegnare il futuro ambientale, sociale ed economico di un territorio che coinvolge 52 Comuni e oltre 400 mila persone.

 

La priorità è bonificare i siti ancora oggi inquinati, certo, ma legando simili azioni ad un vero progetto di sviluppo  e rilancio della Valle. Senza questa impostazione, si rischia di bonificare senza lasciare nulla sul territorio.  Va ricostruita un’identità all’intera valle, valorizzato  il patrimonio naturale e rurale ancora oggi forte,  alla nascita di un eco-sistema industriale a impatto zero,  alla corretta gestione dei rifiuti sia industriali che civili. Tutto questo con una forte partecipazione delle comunità locali alle decisioni.

 

Non sto parlando di sogni nel cassetto o progetti irrealizzabili, ma di azioni concrete su cui lavorare in accordo con il territorio. Di esempi vincenti ne esistono tanti. Negli anni 80 la valle della Ruhr in Germania c’erano nuclei urbani cresciuti attorno agli stabilimenti, colline di scorie industriali, fabbriche dismesse e un fiume, l’ Emscher diventato un lungo scarico pubblico a cielo aperto. Con una visione lungimirante, hanno cambiato il volto della Valle bonificandola e trasformandola in un luogo di bellezza e cultura. Oggi hanno il “Parco Paesaggistico dell’Emscher che ricopre un’area di circa 320 Kmq e trasformato siti industriali in monumenti, spazi espositivi e teatri.
Questo non significa che dovremmo diventare una seconda Valle della Ruhr. Ogni territorio ha la sua identità e le sue caratteristiche uniche. La priorità ora è ricostruirne una per la Valle del Sacco. Come detto più volte, chiusa la fase della perimetrazione, dobbiamo avviare quella della programmazione che definisca quale futuro dare alla Valle da qui ai prossimi 10 anni. Il tutto partendo da un uso corretto delle risorse regionali, nazioanali e soprattutto europee. Dall’insediamento di nuove imprese altamente tecnologiche legate alla chimica verde, per esempio, alla riconversione di siti industriali oggi abbandonati,  a interventi legati alle aree naturali e ai parchi. Ma anche l’avvio di progetti che mettano insieme e sostengano le tante eccellenze enogastronomiche presenti già oggi. In questo, la creazione di centri di ricerca in accordo con le Università per lo studio e la sperimentazione campo agrario, industriale e sanitario darebbe un’ulteriore accelerata al rilancio in chiave innovativa della valle.

 

Gli strumenti ci sono, basti pensare alla ultima “Call for Proposal” per il riposizionamento competitivo dei territori. Così come il tema dei Parchi e della valorizzazione delle aree naturali potrebbe contribuire al cambiamento positivo anche per come oggi viene percepito il nostro territorio. Basterebbe solo il coraggio di alzare lo sguardo oltre il consueto, il già noto, il già sperimentato. In una regione che si sta proponendo ad alto tasso innovazione  dobbiamo vincere la sfida di essere altro da una copia della terra dei fuochi.

 

Conoscendo Mauro Buschini, sono certa che saprà gestire e rilanciare al meglio questa importante e pesante eredità. Da Consigliera Regione e coordinatrice del Tavolo sulla Valle del Sacco sono pronta a lavorare gomito a gomito con il neo Assessore per rilanciare l’azione di risanamento e sviluppo nella direzione auspicata da un intero territorio. Un lavoro ambizioso e impegnativo su cui avrà tutto il massimo sostegno e collaborazione.

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