La mia prima Legislatura: EUROPA CULTURA INNOVAZIONE

Apr 13, 2013 DBPensiero 0 917 Views

 


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E così si va ad iniziare…da martedì, infatti, faccio parte delle commissioni Europa, Cultura e Innovazione, istituite per la X legislatura del Consiglio Regionale Lazio. È un passaggio importante e vi spiego perché.

Ricordate? Partecipa, condividi, progetta. Con questo invito era partita la mia campagna elettorale per le elezioni regionali. Tre parole che insieme rappresentavano qualcosa in più di un invito e cioè la sintesi di una formula, quella del cambiamento. Una sintesi teorica da trasformare in pratica quotidiana. Partecipare al dibattito sui contenuti e sulle scelte, condividere il percorso con chi decide di impegnarsi e progettare guidati dalla visione, ma attraverso competenze specifiche e professionalità. Era questo e  lo è oggi, a maggior ragione, il cammino obbligato verso la “rivoluzione della bellezza”. Bellezza dei luoghi, delle idee, delle prospettive di ogni singolo cittadino.

Per tutti questi motivi, nei miei primi giorni di Consiglio Regionale, ho cercato di capire quali fossero i mezzi e gli strumenti migliori per poter dare un futuro a quello che poteva sembrare un semplice slogan da campagna elettorale. Io credo che la politica non debba rincorrere le emergenze, ma debba anticipare le visioni, disegnare gli scenari, intervenire sulle criticità e risolverle con scelte e decisioni degne di questo nome.

Ma la realtà ci ha imposto di iniziare a lavorare da subito sulle emergenze. I rifiuti di Roma, la crisi industriale Videocon e Nexans (tanto per citare alcuni casi del Lazio Sud) sono gli effetti della mancanza di strategia sul lungo periodo, sono il risultato di una politica dalle piccole prospettive. Domani, dopodomani, al massimo fino alla prossima scadenza elettorale. Con i problemi impostati in maniera miope, la politica si è autoalimentata in un ruolo semplice, ma purtroppo indispensabile, quello di tamponare, senza mai risolvere. Non c’è più spazio per questa gestione politica che nutre la propria sopravvivenza di basso profilo.

Ora bisogna programmare. Qui arriva l’Europa. Si discute dei vantaggi e degli svantaggi dell’Unione, facendo ancora una volta ragionamenti di corto respiro, ignorando che le merci e i lavoratori si muovono ormai su scenari internazionali. Più le regole sono definite e armonizzate, più la comunità è garantita. L’Europa è una realtà irreversibile, piena di spunti e di sfide, piena di opportunità. L’Europa ci fa conoscere i modelli più evoluti di sviluppo, quelli sostenibili culturalmente, economicamente ed ecologicamente. L’Europa elargisce risorse consistenti, in grado di aprire nuovi prospettive per il lavoro se i progetti vengono presentati con competenza e visione strategica. Finora è addirittura mancata spesso la conoscenza giusta per impiegare tutti i fondi, un’assurdità in un momento di necessità come questo.

La Cultura è il carburante per ogni progetto e ogni visione. Progetti per condividere la conoscenza, progetti per indirizzare lo studio e l’istruzione verso terreni fertili e in grado di consegnare alla Regione persone e professioni capaci di essere agenti attivi per la “rivoluzione della bellezza”. Insomma, visione del futuro attraverso la conoscenza e l’approfondimento del presente. Ma la cultura non è solo studio e istruzione, è anche “attrazione” verso il territorio. Il patrimonio dei beni culturali del Lazio può raccontare millenni di storia da protagonisti, eppure soltanto la città di Roma è riuscita a valorizzare i propri beni, nel resto della regione si stenta, nonostante le ricchezze architettoniche, archeologiche e storiche che farebbero invidia a qualsiasi altro distretto italiano.

L’Innovazione è il cammino verso la sostenibilità futura. È il momento di confessarsi senza eccessivi panegirici che non sarà la vecchia industria a riportare occupazione nel Lazio. Con l’abbandono delle vecchie industrie e con la crisi del modello di edilizia degli ultimi decenni, l’innovazione diventa una strada verso la “nuova economia”. Un’economia in cui il territorio non è più consumabile, ma va valorizzato come attrattore produttivo (ad esempio con un’agricoltura delle eccellenze), culturale, turistico. Le nostre aree possono diventare il palcoscenico per “officine digitali”, capaci di sfruttare le potenzialità offerte dalla rete come già avviene in Europa e in altre parti d’Italia. Innovazione come cornice per ogni progetto creativo sostenibile.

Facile intuire che le commissioni Europa, Cultura e Innovazione rappresentano tre osservatori privilegiati. Tre desiderati osservatori privilegiati. Qualche giorno fa era soltanto una mia richiesta ma, grazie al sostegno del gruppo consiliare Per il Lazio, è diventata una realtà in cui impegnarsi quotidianamente per portare linfa vitale a tutto il nostro tessuto produttivo.

 

 

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