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Giu 21, 2013 DBPensiero 0 832 Views

 

Oggi si è parlato di lavoro a Fiuggi. Dovevo essere lì alle 18.30 per parlare di Lazio, crisi e come uscirne, ma sono dovuta restare in Consiglio Regionale per le votazioni d’Aula.

Nel mio intervento volevo parlare di politiche del lavoro, di politiche attive e di quelle cosiddette “passive” e sottolineare che quel termine “passivo” non deve e non può essere ascrivibile alla volontà o meno del lavoratore di trovare occupazione o ri-occupazione, anzi al contrario va piuttosto ascritto in molti casi alla mancanza di volontà, delle parti deputate a farlo, di trovare le giuste soluzioni. Work to welfare, Coworking e Young Guarantee…e non per far vedere che so le lingue…ma solo  per ricordare che gli strumenti per l’occupazione ci sono, basta applicarli e farli funzionare.

Spiegare perché a mio avviso la programmazione negoziata, i patti territoriali e i contratti di sviluppo (agganciati agli Accordi di programma) siano la strada migliore che si possa percorrere per parlare di sviluppo. Perché se non si creano le migliori condizioni di lavoro non si può dare lavoro. Raccontare quanto sta accadendo nel territorio della provincia di Frosinone, sll anagni – frosinone, il lavoro del Comitato per lo Sviluppo, l’intervento di una Regione che ha deciso di scommettere tutto sulla ripresa di un sistema produttivo che in molti davano per finito, l’impegno di un Governo che nel decreto “fare” ha introdotto i meccanismi che consentiranno nel giro di brevissimo tempo la conclusione di un accordo di programma. Dire di quanta rabbia, frustrazione e tristezza ho ascoltato in questi giorni da parte dei lavoratori che sono stati licenziati e che in questi giorni mi hanno individuato come loro “bersaglio”. Raccontare di chi mi ha scritto in privato per dirmi che sette anni di cassa integrazione lo hanno posto ai margini di qualsiasi prospettiva e se solo avesse saputo, avrebbe fatto scelte diverse.

Avrei parlato di una crisi della rappresentanza a tutti i livelli e di come la politica dimentichi spesso il proprio ruolo di sollecitatore. Come nel caso del Feg Videocon, che è stato richiesto a maggio 2012 e lasciato lí, inerte per più di un anno, ora è stato sbloccato da un paio di settimane ed è in attesa degli ultimi adempimenti e in tempi brevi verrà avviato nella sua fase di programmazione. Tutto questo grazie ad una Giunta che ha ascoltato la mia richiesta di urgenza e le istanze poste da un’allerta sociale.

Se non avessi dovuto rispettare i miei impegni di consigliere, c’avrei messo la faccia come al solito, convinta come sono che la Politica parli a tutti e debba affrontare le questioni in via generale, ricercando soluzioni che abbiano ricadute positive per un’intera collettività. Altre abitudini e consuetudini non mi appartengono, le lascio alle conventicole (sempre nell’ombra, pronte a massimizzare il risultato finale e a saltare sul primo pullman in partenza) e alle promesse da circolo (sempre valide, perché il nostro è un paese che vive in perenne campagna elettorale, dimenticando che, finite le elezioni, a tutti gli eletti spetta un solo compito: amministrare, governare, indirizzare, farlo in fretta e farlo bene, ma soprattutto farlo per tutti).

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