TAVOLO LAVORO: UNITA’ DI INTENTI PER PER RISOLVERE PROBLEMA DISOCCUPAZIONE AREA DI FROSINONE

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Mag 27, 2016 dbnews, Lavoro 0 968 Views

 

Non esistono bacchette magiche per risolvere l’emergenza lavoro in provincia di Frosinone. E’ possibile venirne fuori solo con un’unità di intenti, l’ assunzione di responsabilità di tutte le parti sociali ed economiche del territorio e l’impegno su iniziative concrete.

 

Le tre proposte uscite dal tavolo vanno in questa direzione, con un’attenzione particolare all’area nord della provincia e a quei lavoratori maturi che hanno le maggiori difficoltà nel trovare lavoro.

 

Dal 15 giugno ci sarà l’attivazione di un bonus occupazionale dal valore di 8mila euro per 500 nuovi assunti delle aree interessate dall’Accordo di Programma, cioè l’area Frosinone-Anagni e quella di Rieti.

 

Entro le prossime settimane saranno definite anche le modalità e i fondi con cui le amministrazioni locali potranno attivare dei lavori di pubblica utilità a favore di persone disoccupate. Il terzo passo è il riconoscimento dell’area di crisi complessa, già inserito nel “Patto per il Lazio” siglato la scorsa settimana tra il Premier Renzi e il Presidente Zingaretti, che permetterà lo sblocco di ulteriori risorse per lavoratori e imprese.

 

Comprendo la preoccupazione di quei lavoratori oggi presenti al tavolo a cui tra poche settimane scadrà ogni forma di sostegno al reddito con la fine della mobilità, ma è inaccettabile che alcuni esponenti politici del territorio strumentalizzino questa  problematica senza avere la decenza di avanzare una sola proposta concreta.

 

Non si può combattere una battaglia politica sulla pelle di persone in difficoltà la cui condizione sociale ed economica è figlia anche della classe dirigente di questa terra.

La Regione dal 2013 sta facendo il possibile con le risorse e gli strumenti oggi a disposizione.

 

Così come adesso anche il Governo è chiamato a fare la sua parte. Spero, come chiesto con una mozione in Regione, che possa attivare a breve l’ottava salvaguardia che permetterebbe, ad esempio, l’accesso alla pensione diretta a circa a 450 ex lavoratori VDC.

 

Da parte mia, solleciterò la Giunta ad attivare il prima possibile le risorse per i lavori di pubblica utilità, che possono essere visti come una sorta di reddito di cittadinanza attiva per quelle persone con maggiori difficoltà, senza sostentamento o che rischiano di perderlo.

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