PIANO ENERGETICO DELLA REGIONE: DAI TERRITORI SI DECIDE FUTURO ENERGETICO ED ECONOMICO DELLA REGIONE
Apr 9, 2015 staff dbnews, Progetti, Sostenibilità, Sviluppo 0 933 Views
Possiamo diventare la Regione con la più forte economa green del Paese, e per farlo abbiamo tre strade da intraprendere. Su quale scegliere, saranno chiamati a dire la loro direttamente i cittadini, rappresentati da enti locali, associazioni, Università, sindacati e soggetti pubblici e privati in una consultazione aperta e trasparente. Dipenderà quindi da tutti il futuro energetico, ambientale ed economico del Lazio, grazie alla partecipazione di oltre 500 diversi soggetti. L’obiettivo è presentare il piano entro il 2015, a 14 anni di distanza dall’ultimo, risalente al 2001.
Il presidente Zingaretti oggi ha lanciato l’ennesima sfida ai territori: quella di scrivere assieme il nuovo assetto energetico del Lazio per farne la Regione guida del Paese. Partendo dal rispetto dell’ambiente, si punta a rafforzare l’economia e a creare nuovi posti di lavoro. Il modello che si vuole costruire è quello della produzione distribuita: non più mega centrali inquinanti, ma tanti micro impianti, anche domestici, in rete tra loro e con sistemi di stoccaggio e accumulo dell’energia prodotta in surplus. Inoltre potremmo anche incidere sulla salvaguardia e sul rispetto ambientale, un problema particolarmente evidente in molte città della Regione con un’alta concentrazione di polveri sottili.
Sull’applicazione di questo nuovo modello di Economia potrà certamente incidere anche la riforma dei consorzi industriali. Con la Proposta di Legge depositata nei mesi scorsi, infatti, per la prima volta vengono introdotte le Apea, aree in cui le aziende possono unire i processi produttivi per avviare un’economia chiusa e circolare in cui gli scarti industriali invece di essere smaltiti diventano materia prima.
In questo quadro, Frosinone è già ora la provincia laziale dove si produce più energia rinnovabile (in termini di KWh) grazie alla presenza di 2125 impianti fotovoltaici, 32 centrali idroelettriche, 6 impianti di biomassa e 4 eolici. Un sistema che ora, con il nuovo Piano Energetico, va aggiornato, rilanciato e messo in rete, partendo da politiche studiate e costruite dal basso.
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