INTERVISTA SU” L’INCHIESTA” : DA TERRA DELLE OCCASIONI PERSE A TERRITORIO IN GRADO DI PROGETTARE IL PROPRIO FUTURO

12935305_10209410281683528_233621147_n

Mar 28, 2016 dbnews, Lavoro, Lavoro in Consiglio, Rassegna Stampa, Stampa, Sviluppo 0 973 Views

CASSINO, 26 marzo 2016

 

Il consigliere regionale Daniela Bianchi (Sinistra Italiana) è stata ospite ieri mattina della serie dei Forum2016 de L’inchiesta-quotidiano. A porre le domande il direttore StefanoDi Scanno ed il vicedirettore Rita Cacciami. Iniziamo da Zingaretti. Visto dalla nostra periferia non risulta granché simpatico sotto il profilo del risultati gestionali…

«Non sono così presuntuosa da avventurarmi in un’analisi del profilo zingarettiano, e non posso neanche vantare come altri di conoscerlo da quando aveva i pantaloncini corti. Secondo me la valutazione di Zingaretti è altissima per le politiche messe in campo per il cambio di passo fatto in Regione.E’indubbio che hamesso in campo riforme strutturali. Poi però dobbiamo capire come quelle cose entrano nei territori ed a quel punto una parte importante la gioca la politica locale. Ed è lì che probabilmente qualche risultato noi lo perdiamo».

Consigliera Bianchi, il presidente Zingaretti, giovedì all’Asl di Frosinone, ha annunciato 75 assunzioni di medici, infermieri e tecnici per tamponare le lacune tanto per cominciare dei reparti dell’emergenza: nessun accenno ai Dea e meno che mai al Polo oncologico di Sora o al riallineamento agli standard nazionali del rapporto posto letto per abitante: non ritiene che la svoltaper lanostra sanitàdebba essere più rapida e decisa visto l’evidente collasso del sistema?

«Qual è la richiesta forte che la politica locale fa a Zingaretti? Un punto da cui partire è quello di essere in grado di elaborare su questo territorio un’idea sistemica della sanità e, su quella, elaborare un’idea da mettere sul tavolo del governatore. Ma sembra che da questo territorio le uniche istanze siano l’apertura di singoli reparti piuttosto che cacciare un dg con una battaglia che è stata veramente sanguinolenta. Sostengo con forza l’azione di Zingaretti sulla necessità di nuove assunzioni e soldi investiti sui Ps, perché sta nell’impianto di una strategia che riconsolida la sanità. Ma dobbiamo capire come riposizioniamo la sanità attraverso la politica locale, non solo in termini di nomine ma di diritto alla salute».

12966443_10209410286243642_94875578_n

 Lei aveva proposto di puntare sul Dea disecondo livello nel capoluogo:sta andando diversamente…

«Su Frosinone l’obiettivo del Dea di secondo livello resta fondamentale, ma associato ad una sanità che sappia garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini con il rispetto dei Lea (livelli essenziali di assistenza). Quando abbiamo consolidato e acquisito questo dato, allora pancia a terra per il Dea d isecondo livello. Insomma la prima battaglia deve essere quella di portare il sistema a livelli di efficienza e qualità nel rispetto dei cittadini. Come? Smettendola di pensarci come 91 comuni ognuno in difesa del proprio campanile, ma mostrando nei fatti la compattezza di una provincia da 491mila abitanti.

 

 L’avvio delle procedure per costruire a Rieti il polo logistico Amazon ha dato la stura per polemiche ulteriori sull’occasione persa e sul mancato decollo di interventi agevolati, come nel caso dell’accordo di programma per l’area di crisi Frosinone-Anagni: la senatrice Spilabotte ha sostenuto che la colpa è dell’intera classe dirigente, imprenditori inclusi. Federlazio ritiene che senza misure choc non si vada da nessuna parte. Qual è la sua analisi?

«Noi sembriamo la terra delle occasioni perse che trova poi un guizzo di animosità e protagonismo solo per recriminare sui perché non s’è fatto qualcosa. Di sicuro il solo momento in cui questo territorio ha cercato un suo riposizionamento è stato con l’avvio della giunta Zingaretti che ha creduto nell’Adp (accordo di programma) e lo ha portato avanti con decisione. Certo, è un’intesa perfettibile, ma di cui va salvaguardata l’idea di un territorio finalmente unito, con l’occasione di cogliere un riposizionamento competitivo. Non solo per le misure messe in campo ma anche per il tentativo di alzare l’asticella anche a livello cultura imprenditoriale. E questo chiama in causa la politica ma anche le imprese. Cogliendo il momento favorevole, in quei mesi in cui si definiva l’accordo, presentai una proposta di legge sulla revisione dei Consorzi industriali. L’obiettivo era ridiscutere il ruolo dei consorzi, per renderli strumenti utili ai territori e capaci di dettare politiche di sviluppo vere, rispetto alla mera gestione nelle aree di un patrimonio». Invece? «La mia proposta fu guardata solo ed esclusivamente come l’abolizione di uno dei due consorzi della provincia. Così facendo ancora una volta abbiamo dimostrato che più che starci a cuore il sistema industriale locale, ci sta più a cuore condurre battaglie che possono essere di bandiera. Sul caso Amazon penso che, quando su un territorio si parla di una possibilità, vuol dire che ci sono segni di respiro. Una partita del genere però non si può giocarsela in solitaria, ma solo se un’intera provincia si mette in moto. Parlo di politica, impresa e tessuto sociale. Ora non so se Amazon ha concluso le sue vicende a Passo Corese, visto che al momento neanche lì c’è un investimento Amazon, tra l’altro non penso neanche che la scelta possa essere giustificata, come spiega il presidente dell’Asi De Angelis, dal fatto che Amazon non avrebbe interesse a investire nel centro e Sud solo perché noi nel “povero sud” non abbiamo l’abitudine agli acquisti on line. Quando ci troviamo difronte ad analisi politiche di questo genere poi non bisogna lamentarsi . Il rischio è di perdere credibilità».

Lei si è occupata della situazione dei senza lavoro e dei senza reddito in provincia di Frosinone arrivando a profilare l’ipotesi di un “reddito di cittadinanza attivA. E ’stata molto attiva nella fase iniziale coincidente anche coi primi passi del comitato Vertenza Frusinate ma poi è parsa defilata, soprattutto considerata l’intransigenza dell’assessore Valente sulla misura di sostegno al reddito. Cosa pensa sia utile oggi su questo fronte?

«Non sono defilata nell’affrontare la tematica. Ma ci sono momenti in cui su certi argomenti è meglio muoversi a riflettori spenti, soprattutto quando è in gioco la pelle delle persone e l’aspettativa è molto alta. In questo momento il mio obiettivo è rimettere in discussione lo strumento normativo già operativo all’interno della Regione Lazio, la legge 4 del 2009, per una valutazione ed un monitoraggio dello strumento stesso. Bisognerebbe ripartire da questo per una discussione che possa, in linea anche con le politiche messe in campo dell’assessorato al lavoro, rimettere al centro una discussione sul reddito di cittadinanza».

 

 Il rilancio economico e sociale della Valle del Sacco è stata fra le sue missioni principali, anche prima dell’ingresso in politica. I risultati concreti tardano e adesso, in occasione della nomina ad assessore di Mauro Buschini, lei ha ricordato l’importanza del guardare alla Valle del Sacco quale occasione di valorizzazione dell’intero territorio provinciale. Come mai i tempi lunghi rischiano di far dimenticare la drammaticità di una situazione che ha ripercussioni sulla salute pubblica al di là dei riflessi di carattere economico?

«Quando un territorio parla di far sistema deve anche poi tradurlo in pratica. Così da un assessore all’Ambiente del mio territorio mi aspetto che possa riprendere il lavoro fatto fino ad oggi. Al momento l’iniziativa in campo a livello assessorile è solo sulla qualità dell’aria, tema senz’altro importantissimo ma che non esaurisce le tante implicazioni della Valle del Sacco. Accanto alla qualità del clima, vanno sicuramente fatti importanti ragionamenti sul tema dell’agricoltura, sul tema del riuso delle aree dismesse, sul tema dell’innovazione sociale. Accanto, naturalmente, agli impegni sul fronte della bonifica trattati su altri tavoli anche del Ministero dell’Ambiente e su cui si sta procedendo. Spero che quello che sento sul possibile ritorno della definizione “Valle dei Latini” non sia vero, altrimenti la storia non avrebbe insegnato nulla. Cambiare nome alla Valle del Sacco è una strada inutile, già intrapresa anni fa e che ha comportato solo lo sperpero di risorse finanziarie. Quello che serve è una cabina di regia regionale interassessorile che lavorando su più assi, come l’agricoltura, lo sviluppo e l’ambiente, sia capace di usare al meglio le risorse Ue per avviare progetti disviluppo».

 

La legge sui nuovi bacini idrografici, da lei sostenuta, ha incontrato ostacoli sulla via di un iter rapido e, da ultimo, solo la protesta del Coordinamento Acqua Pubblica ha spinto Leodori a calendarizzarla per il 15 aprile alla Pisana. Cosa ne pensa?

«Sulla battaglia dell’acqua penso di aver dato sin dall’inizio il mio totale sostegno. Ero nel Pd quando firma ila proposta di legge sui bacini idrografici, depositata, sostenuta in primis dal gruppo SEL e scritta dai Comitati. Continuiamo a sostenerla, stimolando l’Assessore Refrigeri e il presidente del Consiglio Leodori affinché si discuta in tempi brevissimi. E’ bene però anche ricordare che siamo la prima regione a trasformare in legge i risultati del referendum del 2011, anche se questo non deve servire da coperta per non gestire l’attuazione operativa della legge». Crede che possa sortire effetti concreti la delibera di risoluzione contrattuale per inadempienza votata dai sindaci della provincia a carico di Acea? «Il tema è sempre quello: come vengono discusse le grandi questioni sul nostro territorio. Alcune volte si ha la sensazione che alcune soluzioni vengano adottate sulla base dell’urgenza delle risposte da dare all’opinione pubblica. Ritengo, comunque, che se il dibattito portasse ad una seria riflessione sulla qualità del servizio fornito dal gestore, sugli investimenti e sull’analisi dei costi, allora la risoluzione sarebbe utile per adottare le scelte più adeguate nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini». Politica dei rifiuti: il presidente della Provincia Pompeo, nel forum avuto con L’inchiesta, ha sottolineato che ritiene che il sistema dello smaltimento e del riciclaggio vada al più presto efficientato. Ma siamo ad uno stallo completo: bollette pesanti, riciclano solo i privati, in compenso smaltiamo in provincia anche indifferenziato dalla provincia di Roma e Latina. Quale pensa possa essere la strada da seguire? «Tre anni fa noi avevamo manifestazioni continue rispetto alla gestione deirifiuti di questo territorio.Da qualche tempo sembra che i cartelli siano stati messi da parte .Eppure non vedo grandi cambiamenti sui rifiuti rispetto agli anni della protesta, anche perché la Provincia non ha colto al meglio l’opportunità di usare i fondi regionali sul riciclo. Spero che con la nuova programmazione regionale possa davvero cambiare la gestione a livello provinciale con l’abbassamento dei costi per i cittadini ed un ciclo sostenibile, sottraendolo a inutili battaglie politiche. I fondi ci sono, bisogna saperli usare bene»

 

Si dice e ripete fino alla nausea sotto elezioni che il turismo è una miniera ancora da esplorare per la Ciociaria, lei ha provato ad avviare l’opera con la legge sui Cammini. A che punto siamo?

«La legge è in dirittura d’arrivo e si ricollega al mio pallino del paesaggio come infrastruttura che lega insieme tutte le dimensioni di sviluppo del territorio. Sono certa che questo primo tassello sarà utile anche al nostro territorio, ricco di una bellezza ancora sconosciuta».

12969175_10209410286683653_637318030_n

Veniamo alla politica: dopo il passaggio dal Pd a Sinistra Italiana c’è stato un congresso provinciale dem e lei ha potuto fare un bilancio della nuova esperienza: sullo sfondo stanno le prossime elezioni regionali. Qual è lo scenario che si profila per la sinistra provinciale e regionale e per se stessa?

«Lo scenario è in evoluzione. Non mi sembra che si passa parlare con grande anticipo rispetto alle soluzioni che verranno. Consolido la mia convinzione ogni giorno di più che la politica si fa a piccoli passi stando dentro le dimensioni concrete. Ad esempio, vado molto orgogliosa del fatto che in Commissione Sviluppo, nell’ambito dell’approvazione della delibera sul microcredito, sia stata accolta una mia osservazione che riconosce tra i beneficiari anche le famiglie che vogliono adottare un bambino. Piccoli passi, azioni concrete, perché credo che la politica si faccia dentro le questioni reali, con le persone e tra le persone. Quando le discussioni sui partiti, sui massimi sistemi e sui grandi scenari perdono la propria spinta innovatrice finiscono per appassionare sempre di più politologi o presunti tali e sempre meno le persone. La mia provenienza civica, a tre anni di distanza, ancora mi rafforza la convinzione che c’è l’urgenza di una spinta innovatrice che faccia stare la politica e i partiti tra le persone».

 

Bullismo e violenza sulle donne: oggi un bullo non trattato diventa un potenziale stalker di domani. Nell’ambito della legge regionale approvata c’è in previsione anche una collaborazione con Università di Cassino?

«Ci sono misure stanziate che favoriscono la presentazione di progetti su entrambi i temi. Sul bullismo con la legge approvata poche settimane fa (siamo la prima regione a farlo) verranno stanziati 750 mila euro nel triennio 2016/2018 per il contrasto. Così come la legge sulla violenza di genere prevede un forte aumento degli stanziamenti per servizi e strutture che aiutano le vittime. Ovvio che l’Università di Cassino per le sue dimensioni, radicamento territoriale e le competenze, potrà essere uno dei player per portare avanti interventi di prevenzione e contrasto ai fenomeni».

Non ritiene si possano creare anche posti di lavoro al di là del ruolo determinante del volontariato? «Il lavoro è necessariamente una cosa che riguarda qualsiasi politica buona che si mette in campo. Se quella scelta politica è in grado di generare sviluppo ed economia circolare, quella scelta genera lavoro. Se non è una scelta buona e accontenta le solite logiche che conosciamo, non genera lavoro». Che idea s’è fatta della politica?

«Ho sempre pensato che porre sul tavolo un’idea fosse un elemento aggregante e sul quale creare consenso. Quindi la politica del programma, della visione, la politica che torna a disegnare scenari nei quali le persone siano protagonisti. Ma per arrivare a questo serve parecchio cammino. La politica invece oggi, in troppe occasioni, intercetta dimensione che sembrano sempre più distanti dalla vita dei cittadini».

Share this on: Facebook // Twitter // Delicious // Digg // Reddit // Stumbleupon

Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/mhd-01/www.danielabianchi.it/htdocs/PartecipaCondividiProgetta/wp-includes/class-wp-comment-query.php on line 405

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

® 2013 Daniela Bianchi
Top