DiLetta Politica. Vecchi pregiudizi e nuova Europa.

Apr 30, 2013 dbnews, DBPensiero 0 1003 Views

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Cosa racconta il nuovo governo presieduto da Enrico Letta? Racconta una storia di fiducia. Non è solo la fiducia tecnica che si chiede in aula. Non è la fiducia dei buonisti. È la fiducia di una costruzione quasi impossibile tra chi si attacca in maniera feroce da anni, alternandosi alla guida del Paese senza risultati apprezzabili.

Verrebbe facile mettersi nella posizione degli scettici militanti. Ci sarebbero anche motivazioni solide e qualche prurito che non passa e forse non passerà mai. Sono diverse le storie, le culture, gli orizzonti, le visioni. Un tempo si sarebbe detto sono diverse le ideologie, ma oggi sarebbe una forzatura.  Allora diciamo che sono diverse le matrici del pensiero, sicuramente sono diversi alcuni aggregati di contenuti che centro-sinistra e centro-destra portano avanti ma, in un momento di bisogni primari dell’azione politica, molti temi risultano facilmente sovrapponibili.

Non è unanimismo, è lo stesso meccanismo che scatta in tempi di carestia, quando l’obiettivo comune diventa il cibo. Anche le politiche seguono quindi un filo antropologico che probabilmente consentirà nuovamente di dividersi quando le necessità primarie verranno soddisfatte e si potrà parlare di spunti più raffinati, insomma quando sarà opportuno dividersi per dare ricchezza e dinamica alle proposte.

Tagliare i costi della politica, fare una sosta cognitiva (Barca mi perdonerà) sull’IMU, rivedere la burocrazia che appesantisce l’azione di ogni cittadino e di ogni azienda, continuare ad alleggerire il debito della Pubblica Amministrazione con i privati, sono temi obbligati, impossibile aggirarli. Ma risolti i nodi primari, probabilmente questo non sarà un semplice governo delle politiche spicce.

Enrico Letta è partito da una premessa che pochi hanno sottolineato. Una premessa culturale forte, l’Europa. Tema che oggi non unifica, è un’istituzione ancora immatura politicamente ed economicamente, ma è la nostra vita, il nostro quotidiano, il nostro ambiente in cui pensare e, auspicabilmente, prosperare. Pochi ne sono consapevoli soprattutto in Italia, ma intorno a questo ruota (e ruoterà sempre più) tutto l’impianto del nostro futuro. L’Europa ha stabilizzato la pace, ha incrementato i confronti virtuosi, ha aperto i mercati, è un unico grande territorio per idee, persone, merci, progetti. Già, i progetti, la capacità di pensarli, di condividerli, di realizzarli. Forse questa è la vera grande sfida programmatica del governo. Realizzare. E starà a tutti dimostrare che ne siamo ancora veramente capaci.

DB

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