VALLE DEL SACCO:LETTERA AL MINISTRO ALL’AMBIENTE GALLETTI

Governo: Galletti, priorità problema idrogeologico

Lug 25, 2014 #workinprogress, dbnews, Sostenibilità, Valle del sacco 0 663 Views

Roma, 25 luglio 2014

 

Alla cortese attenzione

del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

On. Gian Luca Galletti

 

 

Egregio Ministro,

 

Le scrivo questa lettera chiedendole la massima attenzione sulla Valle del Sacco, un’area che ha bisogno di un consistente impegno immediato da parte della Istituzioni, sia in termini economici, con l’investimento in primis di fondi nazionali, sia in termini di provvedimenti amministrativi e legislativi.


La Valle del Sacco si estende tra le province di Roma e Frosinone con 52 Comuni per un totale di circa 680 mila abitanti. La Valle, come saprà, è interessata da un vasto inquinamento ambientale delle acque, dei fondi agricoli e dei relativi prodotti, riconducibile principalmente alla contaminazione da scarichi industriali e all’ interramento di rifiuti. Risultano perimetrati 800 ettari di area industriale, sui quali sono state avviate azioni di bonifica, e 700 ettari di territorio destinato all’uso zootecnico e agricolo, su cui devono ancora partire interventi strutturati di recupero.


Le prime azioni in tal senso risalgono al 19 maggio 2005, quando con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri viene dichiarato lo stato di emergenza nel territorio tra le province di Roma e Frosinone, in ordine alla situazione di crisi “socio-economico-ambientale” . Il sito diventa “Sito di Interesse Nazionale” coinvolgendo i Comuni di Colleferro, Segni e Gavignano (della Provincia di Roma) e di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino (della Provincia di Frosinone).


Ne è conseguito il divieto di produzione agricola a scopo alimentare.
Pochi mesi dopo, nel luglio del 2005, viene riscontrata la presenza di sostanze pericolose nei foraggi e nei capi di bestiame di oltre 40 aziende agricole locali con allevamenti di bestiame.

Le molecole velenose, derivanti dai rifiuti delle aziende chimiche di antiparassitario, portarono all’abbattimento di circa 6000 capi e il sequestro di molti fondi. Il 31 ottobre 2010 l’emergenza viene estesa alle aree agricole dei comuni di Frosinone, Patrica, Ceccano, Pofi, Castro dei Volsci, Ceprano e Falvaterra. In controtendenza rispetto allo stato dell’emergenza ambientale, l’11 gennaio 2013 il Ministero dell’Ambiente, con apposito provvedimento, ha declassato il SIN “Bacino del fiume Sacco” e “Frosinone” a Sito di Interesse Regionale (pubblicato nella g.u. n.60 del 12 marzo 2013).


Il provvedimento è stato subito impugnato dalla Regione Lazio con il ricorso n. 5277 del 2013. Il 16 luglio 2014, il Tar del Lazio con sentenza n. 07586/2014, ha accolto il ricorso della Regione Lazio, ristabilendo il SIN del “Bacino del Fiume Sacco” e “Frosinone, sottolineando come l’essere un Sito di Interesse Nazionale possa dare maggior incisività e rapidità agli interventi di recupero. Dopo questo decisivo riconoscimento, che riconsegna la gestione del bacino alle competenze Statali, le rivolgo un’ulteriore richiesta, che se accolta potrebbe rappresentare un passo decisivo per il risanamento della Valle e la tutela della salute pubblica. Mi riferisco alla formale emanazione di un provvedimento per rendere attuabili le bonifiche sui fondi agricoli, oggi ferme a causa dell’assenza di decreti attuativi. Nel dettaglio, l’art. 241 (regolamento aree agricole) del “Codice Ambientale” è l’unica norma che prende in considerazione la bonifica della aree agricole. Il decreto dovrebbe essere adottato da parte del “Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare” di concerto con i Ministeri delle attività produttive, della salute e delle politiche agricole e forestali.

 La norma presa in esame, grazie al decreto citato, potrebbe finalmente prevedere la definizione dei limiti di contaminanti nei suoli delle aree potenzialmente contaminate e i criteri per la valutazione del rischio a cui la popolazione che consuma gli alimenti vegetali e animali provenienti da queste zone.

In tal senso, il D. Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”, nella Tabella 1 Allegato 5 della Parte quarta Titolo V definisce solo i valori limite di concentrazione dei contaminanti nei suoli destinanti a “residenziale/verde pubblico e/o privato” e “commerciale/industriale”.


Un intervento diretto da parte sua, dunque, permetterebbe di avere uno strumento molto incisivo per la bonifica della Valle del Sacco e per le altre zone agricole contaminate d’Italia,
manchevoli di un riferimento normativo utile. In questo modo, sia attraverso la programmazione Ue 2014-2020, attraverso la quale la Regione Lazio ha destinato 70 milioni di euro alla bonifica dall’area, sia con un intervento diretto dello Stato Centrale, potremmo dare delle risposte chiare a cittadini e imprenditori agricoli che aspettano da troppi anni una soluzione definitiva.


Tale richiesta è supportata anche dai Comuni dell’area, riunitisi in un coordinamento composto dai Sindaci, coinvolti in prima persona nella difficile e quotidiana gestione dell’emergenza.


Ribadendole l’urgenza assoluta degli interventi, già dalle prossime settimane mi rendo disponibile per eventuali incontri di approfondimento dei punti richiamati in questa mia lettera. In attesa di una sua risposta le rivolgo


Cordiali saluti

Daniela Bianchi
CONSIGLIERA REGIONALE DEL LAZIO


Share this on: Facebook // Twitter // Delicious // Digg // Reddit // Stumbleupon

Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/mhd-01/www.danielabianchi.it/htdocs/PartecipaCondividiProgetta/wp-includes/class-wp-comment-query.php on line 405

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

® 2013 Daniela Bianchi
Top